HOME - Newsletter

15/07/2013

EDICOLA  DEI CONSULENTI DEL LAVORO
A cura Fondazione Studi CNO
Fisco | Professionisti
 
Per gli autonomi non vale il binomio costi-ricavi del reddito d'impresa
La Ctr Lazio, con l'ordinanza n. 27/29/13 del 10 giugno 2013, ritiene incostituzionale la presunzione secondo cui i prelevamenti bancari ingiustificati del professionista dal proprio conto rappresentano dei compensi non dichiarati.

Conseguentemente, gli atti sono stati inviati alla Consulta per la questione di legittimità costituzionale dell'art. 32, primo comma, punto 2) del Dpr 600/1973, soprattutto in relazione al principio di capacità contributiva.

Si ricorda che la norma in commento, come modificata dal comma 402, lettera a), numero 1.1 dell'art. 1 della Legge 311/2004, ha esteso, oltre che ai ricavi (redditi da impresa), anche ai compensi - redditi di lavoro autonomo - la possibilità di essere rettificati secondo il criterio che considera come compensi non dichiarati i prelevamenti e gli importi riscossi per i quali non siano stati indicati i beneficiari.

Si legge, in merito, nell’ordinanza: “
Per quanto concerne il lavoro autonomo non possono valere le considerazioni presuntive circa il binomio costi-ricavi tipiche del reddito d'impresa, poiché tale attività è svincolata dal principio bilancistico de quo”. Pertanto, in conclusione, si ritiene che i costi non possano essere considerati strettamente correlati alla produzione di compensi.
 
 
Lavoro
 
Retribuito il tempo per indossare gli indumenti di lavoro, salvo ccnl
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza n. 11828 del 2013, interviene in materia di vestizione degli indumenti ed evidenzia come, per valutare se il tempo necessario per tale operazione debba essere retribuito, si debba far riferimento a quanto previsto nello specifico dal contratto collettivo nazionale di lavoro.

I giudici spiegano che la vestizione e svestizione dell'abbigliamento di lavoro costituisce un'operazione preparatoria allo svolgimento dell'attività lavorativa. Qualora sia lasciata al lavoratore la facoltà di sceglierne tempi e luoghi, il tempo ad esse dedicato non deve essere retribuito.

Nel caso in cui sia il datore di lavoro a scegliere luogo e momento della vestizione della divisa e degli indumenti di lavoro, il tempo per eseguire tale operazione rientra nell'effettivo orario di lavoro e come tale deve essere retribuito.

I giudici, inoltre, sottolineano la mancanza di contrasto con il D.Lgs n. 66 del 2003, che recepisce alcune direttive comunitarie, il quale specifica che per orario di lavoro si intende
“qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell'esercizio della sua attività o delle sue funzioni”.
 
 

 
Link

Tasso di disparità uo

Dj

...

» Leggi tutto

I contenuti di questo sito sono proprietà intellettuale riservata - 2009 ANCL SU - Powered by WSTAFF